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Il Natale di altri tempi

Una volta il Natale era “solo” una festa

In altri tempi il Natale non era come lo vediamo e lo viviamo oggi.
Il periodo delle spese pazze e la corsa alle decorazioni, lo stress da regali e le tavole - e anche gli stomaci -sovraccarichi di cibo, non erano i “must” di questi giorni festivi: in epoche passate - neanche tanto lontane - il Natale era “solo” una festa.

Perché abbiamo messo la parola “solo” tra virgolette? Perché vogliamo sottolineare che non togliamo valore al vecchio modo di vivere questo periodo dell’anno, semmai è il contrario: con quel “solo” definiamo la vecchia interpretazione del Natale come un reale momento di festa, privandola di tutti i lati “stressanti” e “mondani” che caratterizzano le festività natalizie contemporanee.

Una finestra sul Natale di altri tempi ce l’ha donata Charles Dickens con “A Christmas Carol”  (“Canto di Natale”) un romanzo breve di genere fantasy gotico del 1843, dove i protagonisti sono il Natale e il vecchio tirchio Scrooge. Al di là delle tematiche sociali appartenenti all’Epoca Vittoriana, il romanzo dipinge la vecchia idea del Natale come festa dedicata alla famiglia che includeva, a volte, anche i vicini di casa.

L’intera famiglia riunita a tavola era l’immagine primaria. Che la tavola fosse più o meno imbandita non era importante, era invece fondamentale la condivisione, la giornata insieme, l’aggregazione davanti al focolare domestico.
All’epoca, ma anche in epoche successive - almeno fino agli inizi degli anni’50 -, non girava molto cibo sulle tavole, le molte portate erano una esclusiva delle famiglie ricche o dell’alta borghesia, non era però importante l’abbondanza, era importante la compagnia.

Sulla tavola compariva quindi cibo che non si mangiava tutti i giorni, si preparava quello che ci si poteva permettere curando ogni partiolare: pasta o zuppa; pane, magari di vari tipi; carne come l’arrosto di maiale con salse o lo zampone con legumi, oppure bollito e patate; frutta secca, torta o biscotti. Per le famiglie più ricche le portate potevano raddoppiare e ai dolci si aggiugevano panettone o pandoro fatti in casa con zucchero a velo.
La frutta fresca era una leccornia, era più facile trovarla tra i regali, piuttosto che sulla tavola.

Questo “poco ma molto speciale” veniva immerso in una atmosfera calda e famigliare. Il giorno di festa era infatti reso tale dagli addobbi, spesso confezionati a mano per l’occasione. All’albero di Natale - sempre più diffuso dopo gli inizi del 1900 - venivano appese bacche, agrifoglio, pigne e strisce di carta colorata. Chi se lo poteva permettere aggiungeva anche biscotti e nastri.

I regali venivano posizionati sotto l’albero o, in mancanza di quest’ultimo, dentro le calze appese al camino.
Lo scambio delle strenne durante le festività nasce dalle abitudini dell’Antica Roma. Fino ai primi anni del 1900 sono però solo dei piccoli regali.

 

Nel prossimo articolo vi racconteremo quali erano i regali di Natale delle epoche passate.

 Angela & Debora

Se cerchi regali particolari clicca qui

Photo credits - clicca sulle foto per ingrandirle
banner: collage fotografico (vedi foto 2)
foto 1: ghirlanda fatta a mano in legno e conchiglie
foto 2: "Luna di Natale" di Debora Montanari